Opere premiate 2017 – Cortomontagna

PREMIO CORTOMONTAGNA 2017 – 3^ edizione

Fra le 32 opere che hanno partecipato al concorso, la giuria ha premiato tre cortometraggi: Agora, Imaginador (The Visionary), La Roccia rosa del Pelmo. Ha segnalato due opere: Montagne Ferite, Riccarda de Eccher: Montagna. Qui di seguito le motivazioni.

 

Agora, Mickael Couturier e Otavio Lima, Brasile 2016
In Agora l’arrampicata è resa con una raffinata poesia, trasformando il gesto fisico e atletico in una straordinaria e incredibile metafora della vita, con tutte le sfide e gli sconfinamenti connessi.
In montagna e in parete, come del resto nell’esistenza di un uomo o di una donna, non è la cima che conta, è la salita. La cima è uno stato di passaggio, che ognuno di noi attraversa e scende, aprendo di volta in volta uno scenario nuovo.
Ma è la lezione sulla consapevolezza che è stata apprezzata in maniera particolare, la stretta necessità di connessione con il presente, con quello che ognuno di noi fa, è, e con quello che ci rende felici.

 

Imaginador (The Visionary), Xabier Zabala A., Spagna 2016
Il film narra la storia di un uomo che non può pensare alla montagna senza pensare alla fotografia, che non trova incanto più grande dell’amanecer (dell’albeggiare) che si può ammirare nella sua grandezza solo dalla cima di una vetta. Quell’immensa bellezza, quel risveglio di colori e di forme deve essere immortalato dall’immagine fotografica affinché possa essere condiviso e rivissuto.
La telecamera segue i passi del fotografo, cattura le sue parole e le sue emozioni con delicatezza e passione; riesce, attraverso l’immagine in movimento, a trasmettere allo spettatore la potenza dell’immagine statica, vita passione e lavoro del protagonista del film.

 

La Roccia Rosa del Pelmo, Mariaelena Zanocco, Italia 2016
Un bel documento sulla vita di Barbara Feltrin, una donna coraggiosa che con passione e dedizione gestisce il rifugio Venezia sulle Dolomiti.
Il video ha un occhio di riguardo per i paesaggi e le bellezze del luogo, ma racconta anche delle difficoltà della vita in alta montagna. Narrazione fluida e dinamica che invita a riflettere.

 

Montagne ferite, Ivo Pecile e Sandra Tubaro, Italia 2016
Buon lavoro di documentazione video delle montagne ancora ferite dalla Grande Guerra con le trincee ad alta quota, i rifugi a strapiombo e le caverne utilizzate dai nostri soldati per ripararsi dal freddo e dal fuoco austro-ungarico. L’abbinamento con i testi dei memoriali dei testimoni diretti è efficace, così come l’uso del drone (anche su un po’ eccessivo). Per comprendere in quali terribili condizioni fossero costretti gli Alpini e i Fanti italiani nel periodo più freddo dell’anno sarebbe significativo un ritorno invernale sugli stessi luoghi visitati dagli autori nella bella stagione.

 

Riccarda de Eccher: Montagna, Dave Stewart Brown, USA 2017
Nel filmato sono sapientemente accostate le passioni di Riccarda de Eccher, che vedono le montagne protagoniste: l’arrampicata e la pittura.
Caratterizzato da progettazione e sviluppo dell’idea molto accurati, da precisione dal punto di vista della fotografia e del suono, il video trasmette la grande passione dell’alpinista-artista per il paesaggio montano, tanto che il monologo diventa un dialogo tra lei e le montagne.