Opere premiate 2017 – Premio letterario

PREMIO LETTERARIO – 15^ edizione 2017

 

SEZIONE SAGGISTICA
 

 

 
Il 1° premio è stato assegnato a La Guerra Verticale. Uomini, animali e macchine sul fronte di montagna 1915-1918 di Diego Leoni (Einaudi)

La motivazione della giuria:
Quando sembra che ormai sulla Prima guerra mondiale, anche sulla spinta del centenario si sia scritto praticamente tutto, ecco spuntare questo articolato saggio che condensa l’attività di ricerca svolta tra fonti nuove e inedite, appuntando l’attenzione soprattutto su aspetti finora rimasti nell’ombra e parlando di quella guerra cominciata ben prima del suo scoppio ufficiale, con il nazionalismo, le esplorazioni, i miti costruiti ad arte. E poi l’occupazione e lo stravolgimento della montagna con l’afflusso di masse di uomini, armi, materiali, pseudo-urbanizzazioni, migrazioni forzate. E, su tutto, il cambiamento del rapporto tra uomo e ambiente determinato dalla necessità di essere presenti con qualunque clima e in qualsiasi situazione, spesso prigionieri del protagonismo dei comandi. Un testo che fa comprendere molto meglio, anche con l’attenta analisi dei segni lasciati sul terreno, l’insensatezza di un tipo di guerra e le conseguenze che lascia nella natura e negli uomini.
 

 

 
Il 2° premio è stato assegnato ex-aequo a Salutami il Sasso. Dinamiche della popolazione e della memoria in una comunità alpina di confine di Roberta Clara Zanini (Franco Angeli)
La motivazione della giuria:
Apparentemente limitata all’osservazione di Macugnaga e del Monte Rosa – il Sasso – è un’opera che si proietta su tutte le Terre alte e sui possibili processi di trasformazione che le sta coinvolgendo. Dotato di un forte carattere antropologico, questo lavoro analizza l’identità della comunità che vi vive, il passato minerario, il presente fatto di cura della montagna, di turismo e di alpinismo, analizzando le complesse dinamiche demografiche e le loro influenze sui processi di trasformazione della memoria storica e del patrimonio culturale. Stimola riflessioni sui maggiori problemi – morali, sociali e materiali – di tutte le comunità alpine.
 

 

 
Il 2° premio è stato assegnato ex-aequo a Montagne del Novecento. Il volto della modernità nelle Alpi e Prealpi venete di Mauro Varotto (Cierre Edizioni)

La motivazione della giuria:
Pur attestandosi su fronti metodologici diversi, anche il libro di Mauro Varotto, come quello di Roberta Clara Zanini, si propone per stimolare una più chiara consapevolezza per i problemi della montagna e per avviare politiche di intervento non soltanto efficaci, ma anche equilibrate perché rispettose della complessità di un ambiente che non può dimenticare e tradire la propria storia, ma deve anche fare i conti con un progressivo abbandono e degrado, quando, invece, non viene messo in crisi dal turismo, dagli sfruttamenti idroelettrici e dai tentativi di bloccare società e paesaggio nella visione di un passato in realtà mai esistito.
 

 

 
Premio speciale “Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO – Leggimontagna” a Prima del Vajont. Per una storia di Longarone e dintorni di Ferruccio Vendramini (Cierre Edizioni)

La motivazione della giuria:
Questo libro offre una chiara testimonianza che un Patrimonio Mondiale Unesco, come quello delle Dolomiti, non riguarda soltanto un pur splendido panorama, ma abbraccia l’intero paesaggio, che è fatto di uomini, di storia, di rapporti sociali. Vendramini parla della vita di Longarone prima della tragedia dell’ottobre 1963 per donarci dei saggi che approfondiscono strutture, contesti e figure che hanno animato la vita di quella cittadina prima che fosse cancellata dall’immensa ondata d’acqua tracimata dalla diga. Il tutto in un lavoro che ha saputo sfruttare ottimamente, e con rigorosità critica, gli archivi, portando alla luce documentazione inedita e privilegiando la vita sociale rispetto allo snodarsi degli eventi in modo tale da innervare la serietà scientifica con un forte senso di responsabilità civile e umana e testimoniando che ogni civiltà montana esiste e ha dei suoi valori molto prima che il mondo si accorga della sua esistenza, o per motivi turistico-economici, o perché è proiettata, catapultata sul proscenio della cronaca da un disastro come quello del Vajont.
 

 

 
SEZIONE NARRATIVA
 

 

 
Il 1° premio è stato assegnato a Le otto montagne di Paolo Cognetti (Einaudi)
La motivazione della giuria:
La montagna come termine di confronto costante, l’ascesa in vetta diventa conquista del proprio mondo interiore, riconoscimento, nel silenzio interiore, della propria identità di persona. L’intreccio del romanzo si snoda attraverso un racconto lineare, come filo conduttore l’amicizia tra due ragazzi che mantengono per tutta la vita un rapporto di grande solidarietà, ben delineato attraverso un linguaggio che si fa vivo e pregnante nel delineare stati d’animo ed emozioni. Una storia di amicizia vissuta e cresciuta attraverso un dialogo che diventa sorgente di sensazioni, che fa parlare il silenzio in uno sfondo in cui la montagna e la natura dominano le vicende del protagonista. Sul piano del racconto si intersecano rapporti familiari contrastati e a volte combattuti, che scavano in una dimensione interiore che determina scelte e avvenimenti di vita. Scrittura chiara, curata, attenzione alla parola che connota luoghi e personaggi. Romanzo ben congegnato, in cui la dimensione naturale della montagna diventa il mezzo per la ricerca di sé e per l’accettazione del proprio destino.
 

 

 
Il 2° premio è stato assegnato a Di roccia di neve di piombo di Andrea Nicolussi Golo (Priuli & Verlucca)
La motivazione della giuria:
Sguardo retrospettivo, onirico e volutamente frammentato, su uno snodo cruciale del ’900 italiano, quello degli anni ’70, attraverso l’intrecciarsi, il dipanarsi, il confliggere di utopie di diversa natura.
Graffiti di un’epoca lontana più nello spirito che nel tempo, montati in un gioco di flashback dall’effetto straniante, richiamo allo spaesamento civile e politico che all’epoca attraversò il Paese.
Pur nelle loro caratterizzazioni concrete i personaggi tirano al simbolo; la montagna, anche non in primissimo piano, rappresenta un’ineliminabile presenza immanente, elemento di certezza e possibile via di salvezza, che non risulterà sufficiente, come chiarisce – oltre alla narrazione – la dedica a Guido Rossa.
Composto in una prosa sicura, senza inciampi o smagliature, a tratti floreale, ma in linea con il suo impianto visionario, il libro è un’occasione per riflettere su ciò che è stato e su ciò che sarebbe potuto essere, in una prospettiva che include l’alpinismo e la montagna.
 

 

 
Il 3° premio è stato assegnato ex-aequo a Il vuoto tra gli atomi di Silvia Petroni (Edizioni ETS)
La motivazione della giuria:
Felice restituzione di un percorso umano e alpinistico in una prosa pulita e senza fronzoli, la cui calibrata descrittività non si trasforma mai in freddezza.
La disinvolta spontaneità, del racconto, che schiva le artificiosità e i falsi pudori, lascia leggere in filigrana una misurata concretezza femminile. Le scene drammatiche sono tratteggiate in modo plausibile e avvincente, senza eccessi retorici, affiancate però da una rara attenzione agli accadimenti o ai dettagli minori.
Un libro che, come scrive nella prefazione anche Spiro Dalla Porta Xydias per tanti anni Presidente della Giuria del nostro Premio Leggimontagna ha il coraggio e il pregio di farci sentire l’alpinismo e la montagna come fattori positivi aperti a tutti; più che un “ritorno alla natura”, un’offerta liberatoria di compartecipazione alla natura, di cui la montagna e la sua prassi costituiscono non solo una prassi ginnico-gestuale, ma specialmente una via di innalzamento ideale.
 

 

 
Il 3° premio è stato assegnato ex-aequo a L’estasi della corsa selvaggia di Franco Michieli (Ediciclo Editore)
La motivazione della giuria:
Romanzo di straordinaria delicatezza, da leggere tutto d’un fiato e poi rileggere ancora per gli illuminanti spunti d’approfondimento.
In un sapiente intreccio di ricordi, aneddoti e riflessioni, la corsa viene svelata sotto una nuova chiave di lettura, scardinando la visione antropocentrica della montagna e restituendo nel contempo unicità all’esperienza.
Con passo veloce e leggero, mai incerto, mai banale, il lettore viene accompagnato in uno stimolante viaggio alla scoperta dell’originale rapporto fra uomo e natura, celebrandone la rinnovata comunione e rivelando altresì inaspettati orizzonti oltre i limiti fittizi di cui è vittima la modernità. La corsa diventa così spunto per una riflessione più ampia, offrendo respiro all’immaginazione e restituendo poesia al gesto.
La linearità del pensiero si riflette in uno stile narrativo essenziale, efficace, mai artificioso. Un linguaggio all’apparenza semplice, ma nella sua immediatezza capace di restituire lo stupore della scoperta. Raro esempio di coerenza, che proprio per questo rende il messaggio comprensibile, autentico, declinabile.
Un romanzo pacatamente sovversivo, un invito all’andare, un inno genuino alla montagna.
 

 

 
SEZIONE INEDITI
 

 

 
Il 1° premio è stato assegnato a Il filo sottile di Paolo Borsoni – motto “Mikros”
La motivazione della giuria:
Paolo Borsoni con “Il filo sottile” ottiene il massimo riconoscimento di questa edizione del Premio Leggimontagna. Il racconto muove entro la cornice del Gran Sasso nella sua veste invernale. La neve decembrina rende il paesaggio incantato, ma al contempo irto di pericoli. La natura è il vero protagonista del racconto. Ospita uomini e animali proponendo condizioni di sopravvivenza durissime. Quando i pastori scendono a valle con pecore e muli, lasciano l’ovile fino all’Immacolata alle cure di Cristoforo, di Arsenio, di Luna, il cane pastore. Arsenio è giovinetto inesperto. Quando la neve trasforma in una landa bianca, silenziosa, immensa, la piana attorno all’ovile sprofonda in una buca mentre cerca l’amico che sembra disperso. Luna e Cristoforo riescono a salvarlo e a riportarlo a valle. Il confronto tra forze della natura e volontà di sopravvivenza ridefiniscono il valore della vita, delle affinità, dell’amore. In qualche modo tutto torna – in una cornice apertamente religiosa – dotato di senso.
 

 

 
Il 2° premio è stato assegnato a Così lontano dall’ardua Grivola bella di Giuseppe Mendicino – motto “Tempus fugit”
La motivazione della giuria:
Giuseppe Mendicino nel suo racconto “Così lontano dall’ardua Grivola bella” tocca due temi: le consolazioni della montagna, il valore dell’amicizia. Durante la seconda guerra mondiale Alberto e Franco sono prigionieri in Russia. Alberto supera le terribili condizioni in cui versa ripensando la “vita piena, libera e vera” delle montagne scalate come alpino. Racconta la bellezza delle cime a Franco, fante di Cesena, internato assieme con lui. Quando muore di freddo e sotto i colpi dei carcerieri riesce a mantenere un sorriso quasi avesse dimenticato la sua cruda sorte nell’immensità del paesaggio cui si è rivolta la sua mente. Franco, a prigionia conclusa, decide di ripetere la salita alla Grivola: “Vedrò anche io quello che hanno veduto i tuoi occhi, amico mio. Salirai assieme a me”. La solidità del legame amicale si intreccia con la ricerca del sacro, di ciò che alla fine ha saputo dare forza al compagno.
 

 

 
Il 3° premio è stato assegnato a Appuntamento all’alba di Marisa Plos – motto “Guido 57”
La motivazione della giuria:
Marisa Plos in “Appuntamento all’alba” racconta di un ingegnere di successo, non più giovane, che si perde con l’utilitaria della madre in alta montagna. Per la prima volta soffre l’incertezza del buio e il freddo della notte, ma finalmente può osservare il sorgere del sole. Nel momento in cui ammira il risvegliarsi del paesaggio riconosce che l’essersi smarrito è stata un’occasione unica per ragionare su scelte e senso della vita. Con ironia ripete con Walter Bonatti. “Chi più in alto sale, più lontano vede, più a lungo sogna”. La meditazione è parentesi breve. Si chiude di fatto con la ridiscesa alle usate cure e il ritorno ai soliti interessi.